giovedì 14 febbraio 2013

C'ERANO UNA VOLTA DUE RAGAZZI...

C'erano una volta due  ragazzi di vent'anni. Lei aveva lunghi capelli neri, lui uno sguardo arrabbiato e insofferente. Nonostante la giovane età avevano già una bambina di tre anni, piccola piccola col ciuccio sempre in bocca.
Un giorno dagli appartamenti vicini, da caseggiati diversi, si sentono urla e rumore forte di passi, porte che sbattono. Quanto è brutto il suono della rabbia, penso. Mi fa paura anche. E così, di fronte al continue domande di mio figlio rispetto al frastuono, rispondiamo che stanno giocando.
Dopo mezz'ora di apprensione, di televisione accesa per non allarmare nostro figlio, interveniamo.
La ragazza apre. I capelli leggermente scompigliati, come se avesse appena finito di correre e rotolarsi sull'erba. Ha il viso teso.
"Tutto a posto?"
"Certo!"
"Si sentivano urla..."
"Stavamo giocando..."
"Ah. Va bene..."
Stavano giocando.

Passano alcuni mesi.
Di nuovo gli stessi rumori. Le urla. Le corse interrotte dal divano, dalle sedie e dai giochi di casa.
Le porte sbattono. Un suono diverso squarcia la tiepida notte.
E' caduto dal loro balcone un vaso di fiori.
Chiamiamo i Carabinieri. La gente dalle altre finestre alza lentamente le tapparelle. Non accende la luce per non farsi vedere. Qualcuno più coraggioso si affaccia.
"No niente. Ci è scivolato...."

Passano altri mesi.
La ragazza ha un grosso pancione, aspetta un'altra femmina. E' dispiaciuta, me lo dice. Mi dice, facciamo cambio, tu prendi la mia bambina e io il tuo, dice sorridendo mestamente. Perché anche io aspettavo il mio secondo bambino, maschio.
Una sera le solite urla.
Ma le porte si aprono più spesso. Passi. Corse.
La portano via i genitori.
Finalmente, la portano via.
Lui in un eccesso d'ira aveva preso la forchetta e gliel'aveva conficcata nella mano.

Dopo tre giorni torna.

Poi, pochi mesi dopo cambiano casa.
E io sono felice.
Si leggeva negli occhi di lei l'adorazione, l'innamoramento. Come negli occhi di lui la rabbia e la disperazione.
Sbagliava lei? Sì, certo.
Ma io mi chiedevo quale fosse la sua storia passata. Che tipo di amore l'aveva plasmata?
Di fronte a genitori che ci dicevano, ma no... sono giovani. Perché se si è giovani è lecito picchiarsi?

Li rivedo a volte.
Hanno avuto l'agognato maschio. Ha la stessa età del nostro terzo bimbo.
Vedo dietro di lui la pressione culturale, la dinamica familiare. Chissà, magari lui riuscirà a levarsi di dosso un'idea malata di amore. Magari sarà portatore di serenità, alla fine.

Se però devo giudicare e dire chi sbaglia io di dubbi non ne ho. Sbaglia lui.
La violenza sta sempre dalla parte sbagliata, che essa sia verbale o fisica.
Poi, dopo, ma molto dopo, possiamo forse anche discutere del perché lei subisca.

Ma mi chiedo anche e lo chiedo a voi, quante volte durante il giorno dovremmo reagire ad atteggiamenti maschilisti e quante volte non lo facciamo. Perché la reazione costa fatica, tanta fatica.
E pensate a quella donna accusata di non aver reagito davanti ad un ex-premier della Repubblica Italiana, davanti a giornalisti e televisione, davanti al proprio datore di lavoro.
E noi siamo qui a parlare e a tratti indignarci, pensando che a lei abbia fatto piacere essere soggetto passivo delle battute da bar sport.

Forse anche i giornalisti e gli anonimi opinion maker dovrebbero chiedersi qualcosa.

Buon San Valentino, nonostante tutto.




6 commenti:

  1. Questi sono i post che dovremmo leggere e scrivere oggi perchè la riflessione porti al cambiamento!

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  2. L'altro giorno ho incontrato l'ennesimo esibizionista da treno. Non ho reagito come invece mi ero ripromessa l'ultima volta...
    E i miei pensieri sono corsi a tutti quegli atteggiamenti maschilisti che subiamo. Dai più "leggeri" alla violenza.
    Forse la prossima volta ci riuscirò.

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  3. Un gran bel post. E hai ragione a farti domande sul concetto dell'"amore" malato che spesso c'è. Fra quello di lui, che forse con l'amore c'entra proprio poco, ma ha più a che fare con problemi ed educazione, e quello di lei, che scambia, confonde, incrocia.

    Di storie simili ne ho sentite tante. Ognuna con le sue peculiarità. Tutte aventi in comune il dolore di un amore sbagliato, il peso di un imprinting malato. Di un epilogo spesso doloroso.

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  4. Grazie per questo post pieno di rabbia, dolore, ma anche amore e tanto per i figli
    Buon San Valentino

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  5. Un bel post, fa riflettere e lascia l'amaro in bocca. Tra l'altro in merito alla donna insultata dal premier fai il mio stesso ragionamento :)

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  6. certe cose non riesco nemmeno a concepirle, non me le spiego come si possa usare violenza (fisica o verbale che sia) e allo stesso tempo decidere di accettarla: sarò limitato, ma non ci arrivo

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