giovedì 31 maggio 2012

LETTERA A UN BAMBINO EMILIANO.

Lettera scritta a scuola da un bambino lombardo:

"Ciao!!
Sai che anche nel nostro paese in Lombardia alcune volte possono sentirsi delle scosse di terremoto. Vuoi ridere? Una volta una lucertola è rimasta schiacciata da un water!!
Insomma, è un tempismo tremendo.
Ah per migliorare le cose, ti invito a casa mia. Abbiamo un letto in più adesso lo chiedo a mia mamma quando mi risponderai io ti risponderò poco dopo.
Mi chiamo XX e ti aspetterò, noi abbiamo tutte le comodità.
Ciao da XX!"


*la punteggiatura esatta e le maiuscole sono del traduttore.


Ecco, amici emiliani, noi lasciamo il nostro dolore nelle mani dell'Uno.
Che sono sicura che un sorriso a un bambino delle vostre parti lo ruberebbe, con la storia della lucertola.

venerdì 25 maggio 2012

DARE I NUMERI.

E' da ottobre che mi pare di guadare un fiume interminabile.
L'acqua si alza e si abbassa all'improvviso. Si fa impetuosa o si acquieta a seconda del tempo.
Arranco a volte e non guardo avanti. Guardo i miei piedi.
Altre volte mi sento leggera e vado spedita.

Sono giorni di numeri, di elezioni passate, di voti, percentuali.
Di notti solitarie e di ore che scorrono sulla sveglietta del comodino.
Di mattine mattutine che non arrivano al sei.
Di date piene di cose da fare e a cui pensare.
E, nemmeno a farlo apposta, di tabelline ripetute, svogliatamente, lo ammetto. Ho lasciato solo l'Uno e lui, come spesso fa, mi ha stupita.

L'Uno.
Oggi lui fa otto.

Festa di compleanno con camminata nei boschi.

Otto è un numero importante.
La maggior parte della letteratura per bambini che valga, ha come protagonista un bambino o una bambina di otto anni. Non so perché, ma è un numero d'avventure.
Sarà perché è sempre più pressante il suo bisogno di essere autonomo: vado da solo a piedi, sto a casa da solo.
Sarà perché divora libri di 300 pagine ad una velocità assurda.
Sarà perché si spoglia lontano dagli altri.

Gara di barchette al vecchio lavatoio.

...
Sarà perché dice cose del tipo: "Non parlate della nonna-bis alla mamma perché va in crisi".

Idea di Lisa: biadesivo sulla pancia per attaccare i tesori
(Lisa ama Homemademamma, e anch'io!)
Sarà perché accompagna sempre i suoi fratelli e da oggi ha anche dei segreti con loro.

Orgogliosissimo del raccolto!
Sarà perché la mattina lo faccio scendere dalla macchina, gli metto la cartella in spalla, gli do un bacio e lui va, correndo, come fa un ottenne che si rispetti.
Sarà perché con gli amici gioca alla guerra e quando cade a terra ferito... beh, è uno spettacolo che solo un gruppo di ottenni vi può dare.

Caduti in battaglia.
Auguri indiano capello lungo.

mercoledì 16 maggio 2012

SUL DOLORE E SULLE COSE BELLE

Oggi non penso a domani.
E già questa è una conquista.
Ho capito come si esplica il dolore, che sentiero percorre il lutto.

I primi giorni si piange, come bambini. Per nulla. Si guarda il telefono o una molletta o quel maglione o semplicemente ci si ferma immobili e si piange.
Poi si piange sempre meno e il dolore affonda, dalla superficie sprofonda negli abissi del proprio io interiore. Ma atterrando lì sotto non stravolge, è questa la cosa strana. Quel dolore lì trova un posto che era  il suo. Solo il suo. E questa scoperta genera conforto. Non so perché ma avviene così.
Ci vuole tempo. Lancette che girano, giorni che rotolano.
Si vorrebbe velocizzare ma è impossibile: bisogna solo dare al tempo il tempo.

Ci sono delle cose che aiutano. E che servono. A volte fare delle attività che ti ricordano la persona a cui hai tanto voluto bene, ma facendole tue e ricominciando a renderle utili a te stessa.


Il K. mi dice, lui così diffidente nei confronti dell'eccessivo pragmatismo, fai.
Fermati, piangi e ricomincia a fare.
Sì. Aiuta.

Poi se quel fare è collegato a un qualcosa che cresce, beh allora...


Queste sono le cose belle. E non è paglia.


lunedì 7 maggio 2012

SENZA TITOLO


Come ha fatto mia nonna,
vi ringrazio anticipatamente.
Perché lo so che siete accanto a me.

giovedì 3 maggio 2012

SULL'ESSERE DI CITTÀ. DENTRO.

E' inutile.
Devo arrendermi alle evidenze.
Dunque, spiego.

Ieri tutta felice propongo ai bambini: "Ehi, facciamo due passi nel bosco?"
Uno: "Sì dai! Vado a preparare lo zaino! Dunque: tre succhi, la lente, la merenda...."
Due: "Sì!! Mi metto i pantaloncini, le maniche corte e gli scarponcini..."
Tre: "Ohhhh bocco!! Sìììììì.... Lupo groscio.... noooo bavooooo..."

Ok, dico. Mi tolgo la felpa e usciamo.
Tagliamo dal prato.
Quel prato che era così:


Solo che ora l'erba mi arriva fino alle spalle e fiori gialli sono tutti soffioni.
Ah, e io soffro di allergia.
Dunque, partiamo.
Il Tre si perde subito. Nell'erba alta non si vede, ma lo sento. 
Lo trovo. Nel tentativo di soffiare il soffione, lo mangia. Ok, mi dico, Sabine approverebbe.
Lo prendo in braccio. Sorpassiamo il prato e arriviamo sul sentiero, giriamo nel bosco dopo il mucchio di letame.

Panico.
Stupida che sono! Ma si può!!!
Fango, palta, melma, rane, anatre...
Sprofondiamo.
Io con le mie simpatiche scarpe da ginnastica. E anche l'Uno.
Saggio Due.
Guadiamo il sentiero con intoppi, stringhe slacciate melmose, scivolate, io con in braccio il Tre col ciuccio che cade e cade e poi...
...un mega attacco di allergia acuta.
Perfetto.
"Ma porc.... natura di m.... un bel parchetto asettico e via eccheccav....!!"

I bambini con i pantaloni arrotolati, le scarpe infangate e io che impreco arriviamo sulla strada che conduce all'agriturismo.
E' chiuso.
Sbarrato.
Ci sediamo lì davanti al cancello e tristemente facciamo merenda. Il Tre dà una manciata di erba dal cancello alle capre e con la stessa mano mangia la cioccolata.
Non guardare MiV, non guardare, mi dico.
Tutta salute....

Torniamo a casa. 

Crisi allergica.
Sono le dieci del mattino, non mi è ancora passata nonostante l'antistaminico. Ho la testa che mi si spacca e il naso rosso.
Forse è meglio se mi dedico ai bulbi.


Mi danno più soddisfazione.



mercoledì 2 maggio 2012

RIASSUMENDO ovvero SUL VERO TALENTO

Ci sono troppe cose in questi giorni. Avvenimenti, sentimenti, contrattempi. Così tanti e così di svariata natura.
Ne ho fotografati alcuni, solo i più sereni e felici. Perché del resto ne avanza e non ho bisogno di una foto per ricordarmene.
E poi ho deciso che faccio mio questo motto di Herman Hesse:

La felicità è un talento.
Non un oggetto.

Dunque tento, al meglio, di coltivare questo talento.

La casetta (sopravvissuta alla stagione delle piogge):



 La campagna elettorale in campagna fatta di incontri dove i bambini giocano e giocano:



La noia della pioggia. E il piacere di giocare da soli. Con il Tre che dorme e l'Uno ramingo per il mondo...


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