lunedì 28 febbraio 2011

GIVEAWAY MELABLU ovvero SULLE INFLUENZE BLOGGESCHE

Cara Melablu, il tuo giveaway mi ha fatto mettere in ordine le idee. A casa mia il riordino generale-totale è roba da domenica, ed aiuta farlo mentre il pensiero vaga su argomenti da sviscerare. O almeno così è per me.
Come ha influito il blog sulla mia vita reale? Questa domanda mi ha portato subito a riflettere sul perché io abbia aperto un blog.





Perché ho aperto un blog: C'è stato un momento in tutte e tre le mie gravidanze, in cui c'è stata un'esplosione: di idee, di emozioni, di creatività. Durante l'attesa del mio ultimo piccoletto, mi sono buttata nella ricerca di idee per passare il tempo a mia disposizione con i miei figli. In seguito alla nascita ho deciso di fare una cosa che non avevo mai fatto con gli altri due: non muovermi da casa. Fermarmi con quel fagottino in braccio, lasciare, per una volta, che fosse il mondo a muoversi per me e non io per il mondo. E così ho avuto tanto tempo a disposizione per stare con i bambini e ho deciso che mi sarebbe piaciuto condividere quello che facevo. Ecco, la chiave del mio perché è la condivisione. E' un valore un po' sottovalutato e così raro, abituati come siamo ad avere sempre qualcosa in cambio di un'altra cosa... invece il mondo dei blogger mi piace perché non vuole indietro nulla, è smaliziato, un posto senza troppe dietrologie, dove sta a ognuno di noi decidere se dare e se prendere.


Evoluzioni interne: Scrivere su un blog ha mutato tantissime cose nel mio mondo interiore. Mi fa scrivere, innanzitutto. Cosa che ho sempre adorato. Prima la mia casa era piena di quaderni scritti, appunti su agende, fogli volanti sparsi in ogni angolo e quell'immagine così poco sistematica mi dava in realtà più ansia che se non avessi scritto affatto. Invece ora ho delle scadenze, tutto quel borbottio interno lo devio su questo mac e tramite lui su questo blog. E' tutto più sistemato e a posto, ci ritrovo dei fili rossi, un pensiero in evoluzione, non un magma inestricabile. Il mio cervellino ringrazia anche per gli spunti che mi offrono le altre blogger, perché spesso ritrovandosi a riflettere da soli senza confronti o visioni differenti, si torna spesso al punto di partenza in un loop deprimente.


Evoluzioni esterne: Ma, cara Melablu, esistono anche delle inaspettate evoluzioni esterne, così piacevolmente non programmate da dare alla testa, come quando si riceve un regalo non giustificato dal compleanno o dal Natale. Succede che si conosce una blogger e si decida di vedersi e a questo punto mi scuserai Melablu, ma sento proprio di dover chiamare in campo il mio momento light della Stima per narrare di quest'incontro. 



Un po' per smorzare il nervosismo, l'idea è stata quella di vedere uno spettacolo per bambini in questo teatro milanese. Se per momento light s'intende un momento che si aspetta col pensiero, che si prepara nei dettagli e con emozione, che poi inaspettatamente si vive con scioltezza e rilassatezza, allora quello è stato un momento light. Far evaporare i filtri con una persona un giorno con l'altro non è proprio semplice eppure con semplicità sono scivolate via quelle ore di quel sabato pomeriggio, coi bambini che si cercavano e i tentativi di raccontarci il più possibile. Un bellissimo incontro senza pretese, come lo sono gli ottimi inizi.


Spettacolo su Il carnevale degli animali




Mai avrei pensato di spingermi così in là grazie al blog. Non ho amicizie di lunga data, o meglio le mie amicizie di lunga data partono dai miei 20 anni, prima mi sono arrivate, dopo me le sono scelte. Ho amicizie profonde maturate negli ultimi cinque anni. Fino a vent'anni prendevo della gran tranvate, poi ho capito il gioco delle aspettative, delle differenze, degli stili e ho acquisito sicurezza in me stessa. Così dopo un lavoro colossale ho riguardato fuori e ho trovato delle persone bellissime. Tutto questo per dire che incontrare altre persone non era nei miei progetti bloggeschi, ma è avvenuto ed è stato come il profumo di primavera che si sente durante queste mattine, in barba ai 2 gradi che ci vogliono tarpare le ali.

venerdì 25 febbraio 2011

I VENERDÌ DEL LIBRO ovvero PER GIOCO

Oggi partecipo al venerdì del libro di Homemademamma con un saggio. Non ne leggo molti, anzi, ne leggo proprio pochi all'anno, tre o quattro. Questo mi è rivenuto in mente pensando ai miei progetti ludici.

Per gioco - Piccolo manuale di esperienza ludica di A. Dal Lago e P. A. Rovatti




Alessandro Dal Lago è stato mio professore di Sociologia a Bologna. Pur facendo un corso di laurea poco canonico, tutti i miei prof erano i classici baroni. Tutti tranne uno, lui. Faceva lezione verso le sei e poi si ritrovava con alcuni di noi a chiacchierare. Allora non avevo abbastanza faccia tosta, né abbastanza fiducia in me stessa per poter sedermi e bere qualcosa al bar con un professore universitario. Peccato. Perché le sue lezioni erano meravigliose e il suo carisma ti faceva incantare.
Era il 1995 l'anno dopo sarebbe uscito questo libro. Il signor B. era già Presidente del Consiglio e ricordo che lui diceva che solo un errore di B. avrebbe potuto far vacillare il suo potere. L'unica arma pericolosa era se stesso. E 15 anni fa era un pensiero tutt'altro che scontato...
Comunque il libro è una piccola meraviglia esaurita. Lo trovate solo in biblioteca.
E' formato da otto capitoli, il primo dei quali è intitolato Un gioco da bambini (Innocenza e finzione), direi che è un inno al gioco e anche un'analisi di quanto il gioco faccia parte della nostra vita quotidiana di adulti, grazie al cielo.
"Il gioco si presenta in effetti come un'interruzione, una pausa, ed effettivamente al gioco si accompagna una leggerezza, un alleggerimento, si direbbe, dal peso dell'esistenza o anche dal peso del mondo"
Non devo dimenticarmi che è un libro di filosofia, e di storia della filosofia, quindi a tratti anche un po' difficile. Poi però giro pagina e leggo:
"(...) racconti infiniti di bambini che giocano con i loro oggetti, a anche senza alcun oggetto materiale, e raccontano storie in terza persona e al tempo imperfetto (...) Fabulazione incessante che cuce e tesse il gioco infantile (...). Costruzione di mondi di fantasia, sembrerebbe, ed è poi così; immaginazione che allenta tutte le briglie sotto l'occhio compiaciuto e un poco invidioso dell'adulto, che vorrebbe restare bambino, divenire un po' più bambino; ma anche, e forse per sempre, scrittura sull'acqua, equilibrismo nei dintorni del vuoto, tentativo, così Lacan, di stringere dei nodi che disegnino cavità, le zone bucate: tentativo, mediante la finzione giocata, di agganciare il mondo, non di evitarlo costruendone uno fittizio."
Ci sono saggi che mi commuovono come i migliori romanzi.

giovedì 24 febbraio 2011

PASTA FROLLA ovvero AMICI A CASA

Stima, amica mia, per lo yin-yang non potevi trovare giorno migliore, il giovedì. Il giovedì è il secondo giorno della settimana in cui il mio Gnomo One è a casa da scuola alle 12.30. E si annoia. E allora dall'alba fino a quando non lo vedo entrare a scuola, lui parla continuamente, si allena in locuzioni retoriche chiedendomi, in forme diverse, sempre la stessa cosa... chi invitiamo oggi a giocare a casa? Oppure la versione opposta: chi mi invita oggi a casa sua a giocare?
E dunque ecco la formula di oggi:

madre desolata guardando la casa incasinata, stremata dal lavoro e con un'immensa voglia di schiacciare un pisolino
VS
madre felice di avere una casa aperta a ospiti e ad amici, soddisfatta nel vedere i propri figli giocare beatamente

File di Gormiti si sfidano tra amici...
Nel novanta percento dei casi soddisfo la sua voglia di amici. E a volte mi ritrovo a riposare più che se fossimo soli, perché giocano tra di loro, facendo partecipare anche Gnomo Due ("E io quando invito i miei amici?"). E' proprio bello entrare nella parte degli ospiti, fare sentire a proprio agio le persone, invitarle nel proprio nido (l'ultima volta Gnomo Uno ha passato l'aspirapolvere, rifatto tutti e dico tutti i letti, messo in ordine).
Dei pomeriggi, come quello di settimana scorsa, se il Tre me lo permette, m'invento anche delle cose. E così, non avendo degna merenda da offrire al nostro amico ho fatto la 

PASTA FROLLA
La pasta frolla è come la pasta col pomodoro. Ci sono mille ricette. Ed è il suo bello. Questa è la mia.

300 gr di farina tipo 0
150 gr di farina integrale
225 gr di burro
120 gr di zucchero di canna
3 tuorli d'uovo

Amalgamare amalgamare amalgamare. Fare riposare in frigo.

Poi ho tirato fuori dalla valigia le mie ultime compere tedesche:

tadaaaaa!!
Oh, gentili signori tedeschi che fate giochi stupendi e utensili per la cucina anche migliori!!

Pista delle macchine...

... con macchine e moto che s'incastrano!

E naturalmente gli spettatori...
Le briciole che vedete ai bordi della curva sono quelle lasciate dalla banda. Diciamo che la pista non riusciva mai a essere completa perché ogni volta qualcuno se ne mangiava un pezzetto... e anche gli spettatori non godevano di buona salute...
Ho cercato di allontanarli con questi:


Ma invano.

Il pomeriggio poi passa veloce a siamo già alle 18. Arriva la mamma e a tutti dispiace. Come vorrei eliminare quelle due ore lì, tra le 18 e le 20... Ma la cena chiama e anche tutto il faticoso percorso che giunge infine nei lettini.
Il giovedì è passato e già si pensa al prossimo.

mercoledì 23 febbraio 2011

BUIO IN SALA ovvero MISTER HULA HOOP

Gentili Natiperdelinquere questa settimana partecipo a Buio in Sala con un film su un gioco. Un po' in tema con i miei pensieri e i miei post.

MISTER HULA HOOP di J. e E. Coen



Loro, i registi: Beh, che dire. Li amo. Per i fratelli Coen fu amore a prima vista per Arizona Junior e da allora non li ho mai traditi. Amo il loro stile, i loro tempi, le loro storie. Tutto.

Lui, l'attore: Tim Robbins, con quella faccia, o fa il bravo ragazzo o fa l'idiota. Il 1994, anno di uscita del film, fu il suo anno. Mister Hula Hoop e Le ali della libertà. E scusate se è poco.
Peccato non si veda più in giro. A me quella faccia piaceva proprio....

Lei, la trama: Film sull'aggiotaggio. Prendi un idiota, fallo diventare presidente di una grossa società, fai calare le quotazioni in borsa e poi ricomprale per rifarla decollare. L'idiota però nel frattempo non deve inventare uno dei giochi più longevi del mondo: l'Hula Hoop. 
Indimenticabile la scena in cui inventa il gioco disegnando un cerchio su un foglio: come vedere oltre gli oggetti sia prerogativa dei geni. L'hula hoop non l'avevo ma l'avrei voluto. Avevo amiche che continuavano per minuti e minuti, e quando toccava a me, in tensione, facevo fare tre giri e poi me lo ritrovavo alle ginocchia. Vedevo queste bambine coi cerchietti, i capelli lunghi e perfetti, la gonnellina e le calze coi buchini, braccialettini ai polsi e ballerine ai piedi che si muovevano con un ritmo perfetto e mi sentivo inadeguata... Capelli corti, pantaloni, scarpe da ginnastica e tre giri di Hula. Non sarei mai diventata la prima da segnare nella lista degli inviti alla festa delle medie... Adesso dico meno male, allora ci rimanevo male.

Invidio quel bambino:


PULP WEDNESDAY ovvero SBILENCHEZZE

Me l'ero ripromesso qui e dunque, cara Pentapata, colgo al volo la tua idea e pubblico la foto della camera dei giochi dei miei bambini, nonché nostra sala. Sai la sala, quella stanza di rappresentanza? Quella dove ci sono le foto dei bambini belle incorniciate? Quella col divano, lo stereo, il cd?
Ecco, alle 18.30 circa di ogni giorno dell'anno, si presenta all'incirca così:


martedì 22 febbraio 2011

FIERA DEL GIOCATTOLO ovvero ZWEI PUNTATA

Oggi ho voglia di finire di raccontarvi la Fiera del Giocattolo di Norimberga. La prima parte sul gioco in legno, se vi interessa la trovate qui.

La parola fiera evoca in me due diversi contesti. Il primo è quello della festa di paese, in particolare quella non del mio paese, ma di uno vicino, che si tiene agli inizi di settembre. E' una classica fiera con gli animali, la chiesa addobbata, le frittelle, le giostre e la vendita del bastone alto alto per tirare via le ragnatele...
La seconda è la fiera del mobile di Milano, così chiamata da me, dalla mia famiglia e dalla stragrande maggioranza dei produttori artigianali di arredo, ma più conosciuta come il Salone Internazionale del Mobile.
La fiera nelle due accezioni rimane fondamentalmente un luogo dove si vende e si compra e a Norimberga più che altrove ho visto rispecchiata nella geografia degli espositori, la legge del Mercato. Forse perché il giocattolo dietro all'aspetto innocente nasconde in realtà, più di altri oggetti, la sua natura spietatamente consumistica... Sta di fatto che il padiglione 12.2, il più alto di tutta la fiera era quello delle major del giocattolo.


Lego, Playmobil, Meccano, Chicco, e infine Mattel.
Ecco i colossi. In questi corridoi vuoti (si vuoti!!) dietro a pareti di vetro opache, stanno i giganti del giocattolo commerciale. Noi pezzenti con la valigia con le rotelle non possiamo entrare: "solo su invito", "solo per comprare"... e allora, come i bambini che spiano le vetrine del loro negozio preferito, anche noi li abbiamo spiati da fuori.
Mattel occupava un terzo dell'intera area. Lego faceva apparire ogni dieci minuti un drago da un pagoda. Eppure, io mi inchino davanti al Lego, perché l'ho amato, lo amo e sempre l'amerò. 

Lasciati i piani alti, siamo scese nella confusione dei medio-grandi. Se così si può definire un'altra grande azienda che amo: Ravensburger. Labirinto è molto amato a casa nostra e lì è stata presentata una nuova versione con diamanti e altre cianfrusaglie...
Mano a mano che ci allontanavamo dai nomi grossi, notavamo come in realtà i giochi fossero più interessanti.
Ecco una carrellata di quelli che ci siamo segnate:
Tipp-Kick: calcetto da tavolo tipo subuteo, ma post-moderno, con pallina a più facce. Abbiamo fatto da spettatrici a una partita tra rappresentate e rivenditore... emozionante.
TTS: il sito a cui vi rimando l'ho guardato di corsa, ma mi sembra di averci visto quello che ho visto a Norimberga. Andate in qualsiasi sezione e...sbavate!
Ezyroller: in Italia per i bambini pare che esista solo la bicicletta. Dalla Germania è arrivata la piccola bici senza pedali e chi la possiede pensa di essere all'avanguardia in fatto di due ruote (noi!!). Poi metti che chi la possiede vada a Norimberga e davanti agli occhi le si apre un mondo... di locomozione alternativa. Li voglio!! Tutti.... Questo secondo me è uno dei più belli!!
Anker: Pensavate di aver visto tutto in fatto di costruzioni? E invece no!! Ecco a voi le costruzioni in pietra... moooolto belle.
Deglingos: non amo i pupazzi. Men che meno i peluche. Ma questi sono proprio belli e originali.
Berg Toys: ecco a proposito di mezzi di locomozione e più in generale di gioco da esterno.... 
Sono sicura, perfino in Islanda hanno una più alta considerazione del gioco da esterno. Loro che vanno a -20c°!! Noi se ci sono 6 gradi li teniamo dentro... mah!
Jakobs: giochi per comunità. Ma dove la trovo da noi una comunità che ha dei giochi così?
Slackstar: cavoli: due alberi e una corda per andare dall'uno all'altro. Lezione di funambolismo da bosco!
Stocs: ultimo. E' quello che io e la mia amica abbiamo eletto vincitore del Miglior Gioco Visto alla Fiera da V. e A. Nella sua semplicità è geniale. Per costruire capanne in casa o fuori. Lo voglio. Assolutamente. 

Una parziale carrellata. Tutto non mi ricordo.
Non vi ho per esempio parlato del mondo dei giochi in scatola e delle carte. Perché sono per lo più tedeschi e io nelle mie lezioni di lingua sono ferma al zwei. Ma sappiate che esiste della gente che di lavoro si siede negli stand, si toglie la giacca, si allenta la cravatta e comincia a giocare.
Pensateci e invidiate.

P.S. Ribadisco che la scelta delle aziende elencate è data dal mio sano stupore, dalla mia sana voglia di curiosare e dalla mia insanissima invidia. Niente mi è stato offerto in cambio per le parole che ho scritto. Nemmeno una penna che non scrive.

lunedì 21 febbraio 2011

RES PUBLICA ovvero LAVORI IN GIARDINO

E' bello, cara Stima, avere l'imbarazzo della scelta di momenti light. Vuol dire che il fine settimana funziona, che non è solo una pausa tra una settimana di lavoro e un'altra, ma anche qualcosa di più.
Ho deciso di raccontare il mio sabato mattina: maestre della scuola dell'infanzia e genitori hanno dato una sistemata al giardino.










La giornata era meravigliosa, partiti coi piumini, ci siamo ritrovati con la maglietta. Il lavoro è stato fluido, interrotto solo dal caffè e i biscotti offerti dalle maestre.
E' bello mettere a posto il giardino nell'approssimarsi della primavera. Tirare su le ultime foglie, dare una pulita alle panchine... poi sei lo fai per i tuoi bambini e col sorriso sulle labbra, mentre insaponi i giochi, te li immagini che escono e vedono tutto il giardino a nuovo, con la sabbionaia rastrellata, palette e secchielli lavati, camion pronti nel cantiere.... è un gran momento light.
Un luogo che hanno usato e riusato decine di volte, rimesso a posto e ripensato per loro da genitori e maestre. A volte basta poco, due ore di tempo un fine settimana l'anno, per ridare senso all'idea di comunità.
Mi devo sforzare e guardare il mondo fuori da queste mie finestre di casa e pensare che in fondo non è tanto diverso dalla scuola materna. Pensare di fare qualcosa per i miei figli e col sorriso sulle labbra, mentre mi sporco le mani, immaginarli uomini fatti che camminano e vedono che qualcosa è cambiato.

venerdì 18 febbraio 2011

I VENERDÌ DEL LIBRO ovvero IL SENSO DELL'UMORISMO

Gentile Homemademamma, questa settimana scrivo di un libro che mi ha folgorato in biblioteca. Uno di quelli messi sul tavolo, nella parte degli adulti. Mi incuriosisce, lo leggo in un volo e la giornata prende una piega diversa...

Aprite quella porta di B. Jascques
Intanto è edito da una casa editrice meravigliosa: orecchio acerbo.



E orecchio acerbo deriva da questa:
Un giorno sul diretto Capranica-Viterbo
vidi salire un uomo con un orecchio acerbo.
Non era tanto giovane, anzi era maturato,
tutto, tranne l'orecchio, che acerbo era restato.
Cambiai subito posto per essergli vicino
e poter osservare il fenomeno per benino.
"Signore, - gli dissi - dunque lei ha una certa età:
di quell'orecchio verde che cosa se ne fa?"
Rispose gentilmente: "Dica pure che son vecchio.
Di giovane mi è rimasto soltanto quest'orecchio.
E' un orecchio bambino, mi serve per capire
le cose che i grandi non stanno mai a sentire:
ascolto quel che dicono gli alberi, gli uccelli,
le nuvole che passano, i sassi, i ruscelli,
capisco anche i bambini quando dicono cose
che a un orecchio maturo sembrano misteriose."
Così disse il signore con un orecchio acerbo
quel giorno sul diretto Capranica - Viterbo.

Naturalmente dell'incommensurabile Gianni Rodari.
Ora, Aprite quella porta narra, in una versione un po' particolare, di Cappuccetto Rosso, ma solo della parte in cui il lupo bussa alla nonna. Ecco, la nonna, quella simpatica vecchietta, è completamente sorda... potete immaginare il lupo come se la prende. Finale a sorpresa! Spassosissimo, ottimo per il venerdì sera.
Ops, dimenticavo una cosa importantissima: è tutto in rima (ma quanto amo i libri in rima!!).


Bimbo ad alto tasso d'umorismo... 
Questo libro mi ha anche fatto pensare a un aspetto pedagogico a cui tengo molto. L'umorismo. Penso che sia una delle poche, se non l'unica, arma da possedere. Se ci penso, molto spesso nelle situazioni tragiche mi viene da ridere, un po' per smorzare la tensione e un po' perché c'è sempre del ridicolo nel tragico. E mi piacerebbe che i miei figli avessero del buon senso dell'umorismo. Ridere fa bene non solo alla chimica del corpo. E poi non è necessario arrivare alla risata, basta il buon umore che è quello stato pacifico che si avvicina così tanto alla felicità.
Ho capito a mie spese che per l'ironia bisogna aspettare verso i sei anni per coltivarla; quello è un passaggio veramente ostico. Un tempo quando mi arrabbiavo dicevo ai bambini: "Ma bravi!! Veramente bravi!!" e loro mi guardavano con tanto d'occhi, come a dire: ma bravi o non bravi?
Per l'auto-ironia, ecco, notando quanto sia deficitaria nella stragrande maggioranza della popolazione mondiale, penso che dovrò applicarmi verso i dodici anni.

giovedì 17 febbraio 2011

FIERA DEL GIOCATTOLO ovvero EINS PUNTATA

Dunque. Finalmente sono seduta davanti al computer per descrivervi quello che ho visto alla Fiera di Norimberga. Ho tre bambini che girano intorno al tavolo, quindi, come al solito, non garantisco una descrizione lineare ed esaustiva, ma lo faccio, se no arrivo alle calende greche...


La porta sud dalla quale siamo entrate dava sul padiglione 3: Wooden Toys. Segno del destino. Entusiasmo alle stelle, valigione porta cataloghi con rotelle, orario perfetto per l'ingresso: 12 in punto.

Mappa vissuta.
Subito un'osservazione. Possiamo tranquillamente discutere sul fatto che sia un po' chic e snob giocare solo con giocattoli di legno, che siano di nicchia, e anche che non siano così a portata di mano. Ma è fuori dubbio che emanino un fascino fuori dal comune, che si possano, a volte, tranquillamente 'trattare' come oggetti d'arredo, che superino ostacoli insormontabili per altri tipi di giocattoli, ostacoli quali il deperimento (se è bello un parquet vissuto, quanto è bello un gioco di legno vissuto?), la divisione di genere, la rottura (colla centochiodi!!!) e poi il calore al tatto, la venatura che li rende diversi l'uno dall'altro.
Non amo la distinzione dantesca del tipo: giocattoli di legno eco-bio-natural-stravaganti in paradiso, giocattoli di legno tipo-ikea-consumistic in purgatorio, plastica all'inferno. Constato però che ad una fiera del giocattolo, partire dal padiglione del legno è dura, nel senso che dopo lo sguardo è più sfuggente e l'occhio cerca sempre qualcosa che lo solleciti come quando era stato in quel carogna di un 3...


Tavolino in zona Toy Green.
Partiamo subito da casa Germania e in particolare dal 'gioco Steineriano'. Lo metto tra virgolette perché non ho studiato molto l'argomento, so, per averlo visto in alcune scuole e in molti blog, che c'è uno studio approfondito sulle bambole e sulla lana cardata, ma c'è anche il gioco in legno steineriano. Nelle linee (morbide, arrotondate), nei colori (predominanza del naturale o dell'arcobaleno), negli oggetti (animali soprattutto e cucine di ogni tipo). Avremo visto almeno una ventina di produttori di questi giocattoli, piccoli stand, con un paio di persone a mostrare con orgoglio i loro prodotti. Meraviglioso passeggiare tra archi arcobaleno, fattorie in miniatura, mosaici da comporre e ricomporre con piccole tessere colorate. Stand che rasserenano ripensandoli poi a contrasto con i colori lucidi e sparati delle plasticone successive...

Panchina

Direi che sul gioco in legno, due sono le linee che emergevano fortemente: giocare agli esperimenti e le piste delle biglie (!).
Per il primo gruppo vi racconto di uno a cui sono molto legata: Kraul, giochi per sperimentare con la luce, con i suoni, con i magneti, e poi carrucole, funivie da legare ai rami degli alberi, giochi in scatola da fare a lume di candela per giocare con le ombre. Lo sperimentare è super-trend: pensiamo anche agli ingranditori di plastica in vendita ormai in ogni negozio di giocattoli, alle lenti d'ingrandimento, ecc.
La sperimentazione la possiamo anche vedere nel gioco del far finta: piccoli muratori, carpentieri, giardinieri, venite qui e troverete tutti gli strumenti di cui avete bisogno per costruire qualcosa. Ehi, non i trapani finti, che se ci metti il dito si fermano, questi sono piccoli trapani funzionanti, chiodi, morsetti, tenaglie a misura di bambino. 
Sulle piste per biglie oserei dire che chiunque faccia costruzioni in legno, sta anche proponendo la propria pista per palline. Le più belle sono quelle con i suoni: da quelle con le campanelle della Haba a quelle della Xyloba che fanno in modo che la biglia, passando sulle barrette di metallo produca delle vere e proprie melodie (siamo state mezz'ora a infilare biglie nel loro bellissimo stand!!). Per finire con Cuboro, stand perennemente pieno, con rappresentanti che impilavano questi cubi con annesse gallerie da cui le biglie sparivano e riapparivano, si catapultavano e si specchiavano. 

Pausa davanti alla fontana.
Altro mondo estremamente vario è quello del costume. Perché ne parlo dal padiglione 3? Perché il costume è un accessorio del gioco in legno e non il contrario. Pirati e principesse vanno per la maggiore e dunque via di spade, bastoni, balestre, scrigni dei tesori, ori, archi, frecce, carrellini per il trasporto. Ne potete vedere alcuni qui.
E poi cavalli cavalli cavalli.... a dondolo, a bastone, tridimensionali in varie misure. La fiera era piena di oggetti simili a questo, per simulare il galoppo. Semplicissimo gioco. I miei gnomi penso che darebbero via tutti i Gormiti per averlo. Ce l'hanno anche offerto per provarlo, ma non ce l'abbiamo fatta a galoppare per finta in uno stand....
Continuo con un breve excursus sui grandi marchi (quelli, per intenderci, che andrebbero in purgatorio...), che non conoscevo. C'è la Hape che ha delle belle casette in legno e uno spettacolare razzo alto circo 80cm, ottimo anche l'assortimento di cucine e accessori, compresi gli alimenti, tutto in legno. Nello stand lanciavano la loro novità: macchinine fatte col bambù, dal sito forse non rendono molto, ma invece sono bellissime.
Il bambù sta piano piano prendendosi il posto che merita nel mercato dei giochi, anche nelle costruzioni. E' bello, duttile, leggero e molto eco. Cresce in poco tempo, aspira schifezze dall'aria, trattiene acqua nei terreni contrastando la desertificazione. Insomma, sarebbe buona cosa sceglierlo...

Pausa con tortina alle mele.
Poi c'è la Gollnest & Kiesel anche questa raggruppa molti nomi importanti della produzione in legno tedesca. Il catalogo è di 350 pagine. Pensate a un gioco in legno? Ecco, loro ce l'hanno. Stand molto curato, tutti dentro a giocare e a fare ordini.

Dopo circa due ore e mezza siamo uscite dal 3. Altri nove padiglioni si stagliavano di fronte a noi. E non avevamo ancora mangiato.


P.S.: Tutte le notizie e i link che vi ho proposto sono state selezionati dal mio simpatico cervellino. Non ho doppi fini, non mi hanno pagato, non mi hanno nemmeno offerto la borsa trendy per mettere dentro i loro mastodontici cataloghi (quando me li hanno dati....). Ho solamente guardato e memorizzato le cose che più mi piacevano. Spero di fare presto un altro post sul resto della fiera. 
Ehi, non preoccupatevi, smettete di fare i conti, non faccio più un post per padiglione, nel prossimo li raggruppo tutti!!!

lunedì 14 febbraio 2011

SONO TORNATA ovvero ABBANDONARSI

Rieccomi, gentile Stima di Danno, riprendo dopo dieci giorni. Riapro le imposte del mio blog con un momento di luce, e quale miglior spunto per un nuovo inizio.
E' quasi primavera nel tuo blog, e anche intorno a noi e questo già basterebbe a rendere light molti momenti.

Prima primula rasoterra...
Mia mamma dice che prima spuntano i fiori gialli e poi viene il viola-blu. 
Questi riflessi di luce calda mi riportano al mio momento light della scorsa settimana, ossia il viaggio a Norimberga. Avrò modo di descrivere i giochi e quella meravigliosa fiera durante questa settimana, adesso ho voglia di ripensare al viaggio.

Norimberga zona fiera: tramonto.
Partire per due giorni e lasciare figli e marito non sempre è facile, ma non questa volta. Ho la fortuna di avere un compagno che non s'impaurisce nel prendere in mano le redini e due nonne meravigliose che ci aiutano con gioia. 
Abbandonare la famiglia per due lunghi giorni senza sensi di colpa. Questo è un traguardo, guadagnato grazie a Gnomo Tre. Ogni figlio mi ha segnato con profondi cambiamenti, lui mi ha dato più sicurezza e con questa è venuta una maggior serenità.
Sono partita serena e bisognosa di abbandonare il mio nido brianzolo. Senza ansie. Finalmente.

Cattedrale e baracchino dei wuster.
Mettersi in macchina con una grande amica, vedere l'alba dal San Bernardino e poi perdersi. No, non quel perdersi romantico interiore, ma proprio perdersi con la macchina in un paesino austriaco, senza preoccuparsi, perché non c'è un orario da rispettare, non c'è qualcuno da prendere, non c'è una scadenza.
Siamo partite con una piccola borsa, senza cartina, entrambe, senza sussidi tecnologici, solo con due pagine di google maps e una cartina grande come la Germania. 
Parlare per sei ore di tutto quello che ci veniva in mente, elencare preoccupazioni o anche elogiare i nostri figli senza la paura di essere fraintese, usare poche parole avendo la sicurezza che le altre, quelle in più, non sarebbero servite per spiegarsi meglio. Come un gomitolo che cade dal divano ci abbandonavamo al viaggio.

Ore 20.30: certo non pullula di gente...
Che bello stare fuori per un po'. Cambiare paese, sentire un'altra lingua, vedere tratti somatici diversi, osservare i particolari del quotidiano (500.000 abitanti e non c'è traffico alle 14? Guarda la pista ciclabile... La metropolitana ha più linee che a Milano!), sentire profumi diversi.
Sospendersi e sentirsi, perché no, europei piuttosto che italiani, guardare alla Germania come a una sorella maggiore, osservare i pannelli fotovoltaici su una casa su due, i bambini in bici in centro. Traspare fermento in quella terra, o forse è semplicemente equilibrio. E mi sembra proprio che noi, quella cosa lì l'abbiamo proprio persa.

Libreria: in 400 metri 3 librerie...
Cala il secondo tramonto tedesco. Ripartiamo lasciando lì un pezzetto. La necessità di ritornare.

venerdì 4 febbraio 2011

I VENERDÌ DEL LIBRO ovvero TORNO SUBITO!

Cara Homemademamma, oggi per i venerdì del libro scelgo un libro per bambini.

Un piccolo passo di Simon James


Questo libro è stato regalato a Gnomo Due da una nostra carissima amica. E' un libro di una piccola casa editrice che edita testi molto belli. La storia è semplice, narra di due paperotti fratelli che si perdono e devono ritrovare la mamma. La strada è lunga e il papero più piccolo continua a lamentarsi che le gambe gli traballano. Allora, pazientemente, il fratello maggiore gli spiega che deve sollevare un piede dicendo "un.." e poi deve appoggiarlo dicendo "..passo!". Così il piccoletto inizia, dapprima un po' scocciato e titubante, poi più spedito, tanto da superare il fratello e arrivare primo dalla mamma.
Grande lezione di vita da fratello a fratello.






Mi prendo qualche giorno di pausa da famiglia e da blog. Parto. Vado a Norimberga alla Fiera Internazionale del Giocattolo. Vado con un'amica. Ci mettiamo in macchina e dopo 600km giungeremo a destinazione. Vado per lavoro, se per lavoro si può intendere anche un vago progetto, un'idea, un sogno. Finalmente, dopo almeno 5 anni in cui tengo d'occhio quest'evento, sospendo gli indugi e parto. Come recita il retro copertina: Ogni viaggio comincia con un piccolo passo...

giovedì 3 febbraio 2011

COME FARE UNA POZIONE RIVELATRICE ovvero ACIDO-BASICO

Beh, Stima, cosa c'è di più Yin-Yang di acido-basico? E' la dicotomia che sta alla base degli elementi nella chimica, ma anche, a ben pensarci, che sta alla base di quel magma pulsante che è l'animo umano.
Ora, a me la chimica non è mai piaciuta. Arrancavo faticosamente tra il 6 e il 61/2, anche perché, devo dirlo, ero sotto l'ala protettrice della prof ("Su insomma, vestiti un po' allegra!!" mi diceva nella mia fase adolescenzial-cupa "guarda che aiuta vestirsi colorate..." santa verità).
Oggi sono preparata, ho studiato con Gnomo Uno.
Capitano quelle sere un po' magiche (parliamo di pozioni o no?) in cui io e il 6enne siamo alle 20 da soli! Vabbé, di K. vagabondo ve l'ho raccontato, poi c'è Gnomo Due che ogni tanto si schianta a dormire alle 19 sul divano, seguito a ruota dal Tre.
E così andò quella buia sera in cui l'Uno mi propose di fare la pozione.


Vera pozione senza coloranti artificiali!!
Già nel pomeriggio aveva messo tutte le mie monetine di rame nel succo di limone e dopo un paio d'ore erano venute fuori così lucenti da abbagliare. Parole sue. A me sembravano leggermente più pulite, ma non ho abbattuto il ragazzo...
E dunque la sera, libro in mano, abbiamo fatto:

LA POZIONE RIVELATRICE ACIDO-BASICO:

Ingredienti segreti:

Pelo di gatto nero
Mumina dei caloriferi
Bavetta di poppante
Liquido per fare le bolle

Nonostante avessimo tutto, ci è venuto uno schifo. Allora ho guardato in frigo è ho scoperto di avere altri ingredienti magici, quelli giusti.

Ingredienti diffusi e risaputi:
Acqua
Due (o più) foglie di cavolo rosso (in frigo da 1 settimana)
Pentola

Far bollire le foglie di cavolo per almeno 15 minuti, fino a quando saranno molli molli e assomiglieranno alle ali di un pipistrello morto. Togliere e buttare le foglie. L'acqua diventerà così: BLU!
Lasciare raffreddare la pozione.


E già a questo punto quell'entusiasta dell'Uno gridava al miracolo!
"Ma guarda cosa abbiamo fatto!! E' meraviglioso... l'acqua blu (!) Ma non ci crederà nessuno!"
"Beh, Uno, abbiamo bollito una foglia di cavolo..."
"Guarda mamma... si muove!"
"Amore, è acqua, se la gigotti..."
Cercando di tenere a freno il suo isterismo, aprendo le finestre perché il cavolfiore bollito non ha proprio un delizioso profumo e non vi dico il cavolo rosso... abbiamo proseguito dividendo la pozione in due bicchieri .

Tester pronti
Ecco: pronti per testare... In una abbiamo messo la cosa più acida che ci è venuta in mente: limone. E nell'altra una cosa basica.
"Dai, mamma, metti una base!"
"Ecco, mi trovi impreparata, guarda sul libro se c'è... ah ecco: sapone!!"
E tadaaa!


Quella acida subito è mutata da blu a rosa, in un effetto devo dire molto carino. Mentre l'altra... a voi sembra rimasta uguale eh? E in effetti, era diventata un po' più blu, ma il giorno dopo era azzurra!
Gnomo Uno era felicissimo e così ha cominciato a intrugliare tantissimo giungendo alla fine alla drammatica conclusione che non è possibile fare il percorso inverso... voleva tornare alla pozione rivelatrice: "Ma se noi mettiamo l'acido nel basico magari torna come prima!".
Eh, no caro, certi eventi sono irreversibili. Eccoci ribaltati dalla chimica alla filosofia...
In questi giorni, se una macchina mi avesse spremuto un dito o forse se avessi semplicemente sputazzato nel bicchiere temo sarebbe diventato rosa. L'acidume non mi aggrada molto come stato dell'animo, anche se a volte s'impossessa di me. Diciamo che dirmi che sono acida è l'insulto peggiore. Meglio essere una bella patata basica, lei è lì, tranquilla, non fa tutto quel casino per diventare rosa di rabbia. Piano piano, nella notte, colora di azzurro. E non ditele che non è un lavoro. La velocità non fa la felicità.

mercoledì 2 febbraio 2011

BUIO IN SALA ovvero BE KIND REWIND

Care mamma C e mamma F, rompo gli indugi e mi butto con il buio in sala!
Mi capita qualche sera di andare a parlare di film in giro per i paesi vicino al mio. Sono presidente di un cinecircolo meraviglioso gestito da delle volenterose e generose persone che prestano il loro tempo per questa iniziativa. E', penso, l'unico cinecircolo itinerante d'Italia, o almeno così crede la SIAE che si è spaccata la testa per i diritti...
Comunque... venerdì sera scorso sono andata a parlare di Be Kind Rewind di M. Gondry



LUI, IL REGISTA: Gondry è francese, e ha la sfortuna della traduzione infame, cioè il titolo di ogni suo film è stato tradotto in modo indegno: quello di cui parlo oggi sarebbe Gli acchiappafilm (eh?), un altro, molto bello era Se mi lasci ti cancello (tit. orig.: Eternal Sunshine of the Spotless Mind).
Ora, non so voi, ma io mi fido dei titoli... mi fanno proprio la differenza. Poi io ho, scusate, avevo l'abitudine di andare al cinema senza sapere nulla del film, mi rintanavo, tappavo le orecchie, non volevo sapere nulla, né trama, né recensione, nemmeno stelline. Ecco, Gli acchiappafilm, con quel titolo lì, non sarei andata a vederlo e avrei fatto male.


LA TRAMA: Una vecchia videoteca dove si noleggiano solo VHS è destinata alla chiusura, in più per uno scherzo del destino, tutti i nastri si smagnetizzano. Per ovviare a questo piccolo problema, il commesso e il suo amico decidono di rigirare i film...


CHI LO POTREBBE AMARE: Chi ama il cinema. Chi si ricorda delle videocassette, dei nastri, degli aggeggi tecnologici dotati di tasti meccanici e non di touch screen... Chi ha voglia di farsi un corso base di storia del cinema. Chi pensa che andare al cinema è un po' come sognare e che sognare vuol dire anche andare al cinema. Chi pensa che i film li possiamo fagocitare, noi spettatori, rendendoli nostri risputandoli fuori. Chi ama il lavoro di squadra e di strada. Perché questo è un film che si pone in antitesi rispetto alla parodia alla yuotube fatta in casa. 
Ma soprattutto questo è un film che parla del fare film, che continua a ritornare su se stesso avvolgendosi, come un cagnolino saltellante che vuole mordersi la coda... così, con leggiadria, studia il suo farsi facendosi e come forse qualcuno sa, a me le meta-menate piacciono da matti!!


LA SCENA: Il remake che avrei voluto vedere per intero: Ghostbuster!




martedì 1 febbraio 2011

SUI RESTI DELL'IKEA ovvero IL GIOCO AUTOGESTITO

Noi siamo ospiti più o meno fissi, come molti, dell'Ikea. Soprattutto per i piccoletti, compriamo a man bassa letti, materassi, comodini e cassettiere. Stando sull'economico, visto il prossimo trasloco, ogni tanto qualche lampo salta e ci rimangono degli ingombranti resti.
Ma noi abbiamo la nostra SR, la Squadra Riciclo.
Qualche pomeriggio fa, mentre ero impegnata in un preciso lavoro di piegamento dei panni asciutti con tanto di Gnomo piccolo ai piedi, sento i grandi parlottare tra loro e trafficare quelli grandi.
Mai cosa più pericolosa in una casa piena di bambini: quando cala il silenzio...
Mi affaccio in corridoio e vedo questo:



Perché tenere il materasso sfoderato in un angolo buio? Meglio tirarlo fuori alla luce del sole, togliersi le calze e via... Perché abbandonare lì la scatola dei patelli? Direi che è un'ottima macchina...  Macchina? Ma no, se la mettiamo sopra viene un'astronave...


ta na ta na ta na: lo squalo 3 è in agguato!
Sì però ci vuole lo scotch, così sembra veramente un'astronave...


Nel frattempo io ero lì, con le canottiere in mano... 
"Ehi, bambini, ma che bello!! Vi posso aiutare?"
"No, mamma, tu vai pure a stirare, però se mi fai passare devo prendere lo scotch..."
"...non stavo stirando..."
"Ah sì..."
"Ma se io lo porto là e poi..."
"Nooooo!"
Da quel giorno il materasso è diventato un oggetto di culto e multi-versione: arrotolamento della persona all'interno di esso, scivolo dal lettone al pavimento, tetto della capanna, e per Gnomo Tre simpatico passatempo da strappare e mangiare.
Il suo ingresso nei nostri giochi, mi ha fatto riflettere.
Arriva un momento in cui il mio ruolo con i bambini è semplicemente quello di tutore dell'ordine e della pancia: ovvero servo quando litigano e quando fanno merenda. Per il resto nulla. Non tutti i giorni è così, però mi accorgo che sono sempre di più i giorni in cui accade. 
Questo momento a volte è una liberazione, a volte, come quello che vi ho raccontato è lievemente doloroso. No, doloroso è un termine troppo forte. E' malinconico, una malinconia in tempo reale...


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