venerdì 23 dicembre 2011

FILASTROCCA SCOLASTICO-NATALIZIA

Eccomi, al volo.
Ok, siamo in casa, ma non abbiamo il telefono e di conseguenza la connessione....
Mi manca questo mondo, mi mancate voi. Qui fuori è tutto così incasinato e strano e veloce e mutevole, che al confronto il mio paesello del web sembra un piccolo Eden.
Se Telecom e Fastweb lo vorranno tornerò da voi in gennaio e vi racconterò tutte le turbolenze di questo fine anno. Intanto vi auguro Buon Natale condividendo con voi questa filastrocca che ho inventato in una mattina di marcato scoraggiamento.
Ma non dimentico quello che diceva Gramsci: "pessimisti nella ragione e ottimisti nella volontà".
Quindi volenterosa di essere ottimista...
Un abbraccio sincero.


FILASTROCCA DI NATALE 
per una
NUOVA SCUOLA

Caro Babbo Natale,
quest'anno ti chiedo un regalo speciale.
Una scuola diversa per i bambini,
per gli insegnanti e per i pronipotini.
Scusa la franchezza, ma deve essere così:
canto obbligatorio una volta al dì,
ginnastica al martedì e al giovedì.
Una bidella per ogni piano
perché fare 100 cose insieme non è molto umano
(per quanto lei spesso femmina sia
ed è dunque abituata a questa magia).
Mi piacerebbe che quando la maestra è ammalata
la classe dei bambini non venisse smembrata...
Esiste una figura, forse non lo sai,
cha si chiama 'supplente', ma non la vediamo mai!
Se viene, è per pochi momenti
perché poi la graduatoria subisce dei cambiamenti.
Vorrei che i bambini andassero in gita
però no con la nonna o con la zia Rita,
vorrei che andassero coi loro maestri,
ma le ore non bastano, neanche unendo i plessi.
Poi, tu lo sai...
I tuoi anni ce li hai...
Quanto è difficile capire i bambini per te
con "wii, nintendo e un pokemon a me!".
Pensa alle maestre che invece della pensione
insegnagno l'ABC e camminano col bastone.
Come faranno all'intervallo i bambini
se sfrecciano più veloci dei loro nipotini??
E ti ricordo, caro Babbino Natale
che loro non hanno le renne che le possano aiutare.
Cosa dici? Quella che noi chiediamo
è una scuola normale che strameritiamo?
Ehi Babbo, tu sei straniero
non sai che in Italia il 'normale' non esiste davvero?!
E considera che la nostra è una scuola fortunata
la carta igienica ce la danno, ed è già stata pagata!


Se vi piace usatela, distribuitela, copiatela!!!
Solo vi chiedo di farmelo sapere o di linkare qui....
Grazie a tutti e speriamo che Babbo ci ascolti!


giovedì 1 dicembre 2011

CALENDARIO DELL'AVVENTO PER CHI SI E' RESO CONTO SOLO OGGI....

Non ho la connessione. Non ho le pentole. Non ho gli asciugamani. Non ho i vestiti (solo lo stretto stretto necessario). Non ho ancora tolto la colla dai vetri. Non ho capito come funziona l'antifurto. Non c'azzecco mai quando schiaccio gli interruttori della luce.
Figuriamoci se avevo in mente il calendario dell'avvento. Ieri sera, dopo yoga, ho prodotto nella disperazione:

CALENDARIO SEMOVIBILE
dell'AVVENTO
(dell'ultimo momento)


Cosa serve

Carta stagnola
Ciarpame (o anche cose che abbiano un senso)


Ho deciso di fare un calendario semovibile. Con la carta stagnola compongo i numeri sotto i quali metto i regalini. Ogni giorno cambia il posto del numero, che gioca a nascondino. Ai bambini il compito di trovarlo ogni mattina. 
In genere i folletti del calendario portano ai bambini generi di prima necessità: calzini, berretti, pigiami.... Ma quest'anno si vede che anche loro stanno traslocando e dunque regalano un addobbo natalizio a sorpresa alla casa. Hanno cominciato con un classico, il calendario coi cioccolatini. Ne hanno preso uno solo per Gnomo Tre. Staranno anche loro traslocando, ma conoscono i miei polli!!
Buon inizio di tour de force!!!!

lunedì 28 novembre 2011

HO VISTO LA LUCE

Ci siamo. Abbiamo fatto il salto. Giù due notti ci distanziano dalla vecchia casa.
Ho affrontato il tutto in apnea. Senza alzare gli occhi, caricando, pulendo, sistemando, tenendo in braccio.
Ho anche avuto paura, perché nulla scattava. Mi dicevo: tutto qui?
Due anni di sudore e sangue e adesso?
Poi, all'improvviso, dolce Stima, ho capito fino in fondo il senso del tuo illuminarti e ho pensato che no, non c'era miglior parola a rendere l'idea. 
Il K. ha portato il tavolo della cucina, ha sistemato le sedie a mia insaputa e svoltato l'angolo ho visto questo e mi sono pietrificata.


Ecco la mia casa. L'ho sentita per la prima volta scorrere direttamente dagli occhi alla pancia. Le nostre sedie, il nostro tavolo lì. Così giusti. E dico giusti non in senso estetico, ma giusti per me, per noi.
E sì, mi sono illuminata.
Poi stamattina il senso si è allargato, prendendo forma e colore e perché no, disordine.


Per finire così, con un cavallo imbizzarrito lasciato a custodire il nostro nido.




venerdì 25 novembre 2011

FAVOLE AL TELEFONINO

Un libro post-moderno, Paola, che si traveste da libro per bambini, ma è un libro da adulti disillusi.

FAVOLE AL TELEFONINO
di Fabian Negrin
- orecchio acerbo - 


Un libro con delle favole scritte in 160 caratteri, quelli appunto consentiti da un messaggio del cellulare. Una sfida al tempo stesso emozionante e inquietante, come la maggior parte dei lavori di questo particolare autore. Io lo amo molto, è dark al punto giusto, quello che piace a me. 
Assaggi di favole:

E' per di qua, disse il bambino.
O per di là? chiese la sorella.
Ci siamo persi, piansero gli alberi della foresta.
Ma i 2 fratellini li riportarono a casa.


C'era una bambina che non credeva nei lupi.
Nel bosco trovò 1 animale.
Cuccia! gli ordinò.
GRRRR!
fece il lupo divorandola.
Lui non credeva nelle bambine.


Son tornata, urlò la strega.
Il bambino continuò a leggere.
La strega entrò nel letto.
Hai paura?
Buonanotte, vecchia!
E la rinchiuse dentro il libro per sempre.


... e tante altre ancora.
Una sfida da raccogliere....



mercoledì 23 novembre 2011

I RAGAZZI STANNO BENE

Sono andata all'oratorio la scorsa settimana a commentare questo film, care Nate. Non male sire, visti i tempi cupi in cui viviamo.

I RAGAZZI STANNO BENE
di L. Cholodenko (2010)


LEI , la trama: una rodata coppia di donne, casca e annaspa davanti alla propria vita e a quella dei loro due figli di 15 e 18 anni proprio nel momento in cui salta fuori il padre "donatore".

LEI, la regista: non cercate troppo, è una regista televisiva. E sì, è lesbica. Nessuno avrebbe potuto raccontare così bene quella coppia. Solo lei.

PERCHE' SI': questa non è la storia di come vive una coppia lesbica. Questa è la storia di una coppia di mezz'età (ma esiste ancora la mezz'età?) alle prese con i propri casini e con due figli adolescenti. Aggiungete solo alla fine che questa coppia sia composta da due donne, ma non è questa la storia vera, come d'altronde suggerisce in modo evidente anche il titolo.
Non c'è un solo minuto in cui quello che vedrete possa essere meno che plausibile e veritiero. Il padre fa da detonatore in una famiglia il cui equilibrio è assodato e saldo. Il padre è un elemento che scardina come lo potrebbe fare qualsiasi elemento esterno che si instaura in modo indelebile nei fragili meccanismi di un nucleo familiare. 

LORO, le protagoniste: ammazza. Sono di una bravura da brivido. Si concedono con una generosità pura. E non solo perché riprese senza trucco e nel pieno della loro maturità (in fondo il film è quasi più famoso per questo che per altro, curioso), ma perché sono vere. I loro sguardi sono innamorati, le loro pose sono misurate. Eccezionali.
E alla fine the kids are all right.

martedì 22 novembre 2011

COME FAR NASCERE UNA POESIA DA UN LIBRO

Questo è un po' un classico. Ho cominciato con i paesaggi e mi sono ritrovata con le tempere in mano.
Riuscire a cavare una poesia da un Harmony è più difficile che far passare il famoso cammello nell'altrettanto famoso ago.
Ci sono riuscita al primo colpo un giorno, mi sono montata la testa e la frittata era fatta.

"Ammirare fabbricare e imparare erano sensazioni deliziose"

Ho pennellato di brutto, perché spesso mi manca il contatto col colore, ma si può farlo in mille modi: si può bucare un cartoncino, si può usare la china, si può usare il foglio da lavagna luminosa decorato in modo da far risaltare solo le parole che ci interessano. E' inutile e sensato come fare un cruciverba, ma dà più soddisfazione.
L'ho fatto in una terza elementare e ho notato che:
  • pochi riescono a costruire una frase, bisogna aiutarli molto.
  • hanno adorato la tecnica a pennello e a tempera con le dita, ma non sono riusciti (nessuno!!) a evitare la cancellazione quasi totale delle parole da salvare. A 8, 9 anni hanno perso completamente la manualità fine. Per loro stabilire un contorno da salvaguardare col pennello è una missione impossibile. Meditiamo gente. Meditiamo.


venerdì 18 novembre 2011

GLI UCCELLI DEI TOPIPITTORI

GLI UCCELLI
di G. Zullo e Albertine
- Topipittori - 

Questo libro è un capolavoro. Potete trovare qui tutto quello che dovete sapere.
Io l'ho rivisto per come me lo sono immaginato e ho giocato con questo libro.
Ve lo consiglio. Di cuore.



Incipit:

Certi giorni sono diversi.
Potrebbero sembrare giorni qualunque.
 Ma hanno qualcosa in più.
Non molto.
Solo un dettaglio.
Minuscolo.
Di solito, non ci si fa caso.
Perché un dettaglio non è fatto per essere notato.
Ma per essere scoperto.

Ecco, Paola, il mio libro di oggi.

giovedì 17 novembre 2011

SUGLI OCCHIALETTI DA NUOTO SENZA IL NUOTO

Grazie cesto dei travestimenti, che accogli senza esitazione tutte le picciottate di casa mia.
Grazie dopo cena, che rendi i miei bambini allegri, con la pancia piena e così stravolti da trottare in giro per la sala, capaci di mettersi in testa anche la pentola.





Grazie piccoli gnomi. Andare a letto dopo il vostro show è tutta un'altra cosa.

martedì 15 novembre 2011

COME TRASFORMARE UN LIBRO IN UN PAESAGGIO

Sto lavorando sui libri. Nel senso che mi ritrovo a fare delle cose che mi piacciono nelle scuole. E queste cose che mi piacciono hanno come tema i libri.
Dunque, ho studiato, ho guardato, ho preso appunti e ho realizzato coi bambini.
E questa è la prima realizzazione.


MATERIALE NECESSARIO 
Libri vecchi, brutti o doppi
(se non ne avete ve li procuro io, mia nonna divora due Harmony al giorno)
Forbici
Taglierino 
Colla

COME SI FA
La cosa più difficile è aprire il libro in mezzo in modo che rimanga aperto senza aiuto. Strattonatelo, piegatelo, picchiatelo, ce la farete.
Poi tagliate col taglierino una pagina all'inizio del libro.
La pagina servirà da foglio di lavoro.
Spiegate ai bambini che il margine bianco sarà il piedino su cui poggeranno gli elementi del paesaggio (non ho fatto foto, ma se riesco le aggiungo), il loro piedistallo e cominciate a tagliare. Per i bambini più lanciati è bello proporgli di non disegnare prima il soggetto, ma di tagliarlo direttamente, senza la pressione della verosimiglianza. Se no, disegnare il soggetto partendo dal margine bianco che poi verrà piegato e incollato, e infine tagliare.


Fate posizionare ai bambini i soggetti e vedrete come ognuno interpreta in modo totalmente diverso il proprio "terreno". Infine piegate il margine bianco e incollatelo alla pagina.
I personaggi possono essere ritagliati senza piedistallo in modo da poter entrare nel paesaggio e interagire con esso.



PS: Se usate gli Harmony, ricordatevi di sceglierla bene la pagina, perché la mia avrebbe fatto arrossire perfino il più sgamato diciottenne..... 



lunedì 14 novembre 2011

KURA ovvero SULL'ESSERCI E LO STARCI

Ciao Stima. Sì, lo so, sono altalenante, parto il lunedì col post e poi mi areno. Ma a questo momento ci tengo perché mi tiene in contatto con te e con tutto questo strano mondo web, almeno un pochetto.

Gnomo Due.
Hai presente quando le maestre ti dicono: è un po' nervoso. Hai presente quando un bambino si sveglia e dopo tre secondi ha già saltato venti volte nel lettone, aperto l'acqua per lavarsi i denti e messo i pantaloni al contrario? Ecco, lui è così.
E anche quando si addormenta è così: sobbalza nel sonno e anch'io, mi dicono, dormo così.
No, Gnomo Due. Da me no. Non prendere questa cosa, cerca di stare tranquillo, gioca, corri, arrampicati, piangi. Ma ti prego, non tenere dentro.

Nuovo lettino in nuova casa.

Sabato io, il K. e il Due abbiamo montato il suo nuovo lettino. Come quello dell'Uno, ha detto in modo perentorio e noi abbiamo ubbidito, perché quel letto Ikea (il Kura, appunto) è meraviglioso.
Abbiamo cominciato alle nove e abbiamo finito all'una, ci siamo concessi una pausa patatine, abbiamo avvitato, martellato e sognato di meravigliose notti passate lì.
Poi siamo andati in un agriturismo vicino a casa a mangiarci i pizzoccheri, noi tre. Il suo viso si è allentato, per la prima volta non si chiedeva perché lui fosse solo e s'è goduto il momento. 
Mi ha detto che aveva bisogno di me, che io dovevo stare con lui sempre. 
Cavolo, che difficile avere dei figli. Mi sento sempre in difetto di affetto. Io gli dico sempre che ci sono, ma loro capiscono solo la mia presenza fisica, l'esserci significa lo stare. E lo stare significa per loro sicurezza, serenità, appagamento, ma anche presenza vera ed attiva, occhi per loro, mani per loro. E' inutile che ci facciamo tante menate, è così. E' quello il difficile, trovare la perfetta sintesi tra il mio esserci e il mio stare con loro.

lunedì 7 novembre 2011

IL PRIMO ABITANTE

La scorsa settimana ha preso alloggio nella nostra nuova casa, cara Stima, il primo inquilino. E' un tipetto tosto, piccoletto ma ben piantato per terra. E' uno che sembra giovane giovane, ma in realtà i suoi anni ce li ha, eccome. Ci vuole uno così per casa, no? Uno che doni la tranquillità dell'esperienza.
L'abbiamo messo al centro della casa, per permettergli di osservarci e di non sentirsi troppo solo.
Ah, forse non l'ho detto che la casa ha una forma di ciambella, come dice Gnomo Uno. Ha il buco in mezzo.
Soprattutto il bello del nostro nuovo arrivato è che mangia da solo. Io non posso assumermi anche il carico di un altra bocca, non ce la faccio.
Mi dicono che intorno a questa stagione, il nostro amico produca addirittura dei frutti. Ora non li ha perché è appena stato trasportato. E pare pure che questi frutti portino bene. Ah, ma io a certe cose non credo, no.
O forse è meglio crederci. Forse in effetti aiuta immaginare di avere un portafortuna piantato in casa.
Sì, dai, concedimelo, melograno, concedimi il privilegio di crederci.


mercoledì 2 novembre 2011

UN TRANQUILLO WEEK END DI STRESS...


Oh, davanti al dilemma (traslochiamo o andiamo al mare che ci sono 24 gradi?) K. aveva tentennato, mentre io ho detto no, voglio andare al mare.
E così, siam partiti. Due Gnomi via coi nonni da giovedì, e noi tre superstiti ci siamo goduti (scusate Gnomi Due e Tre) due giorni di quiete irreale, di colazioni serene e non urlate ("No, lo yogurt no!"; "No Gnomo Tre la cannuccia nel naso NO!"; "Gnomo Due metti le scarpe uguali!!!"), di serate silenziose e di dormite fino al limite del ritardo.
Sabato li raggiungiamo, il clima è meraviglioso, si gira in maniche corte. Domenica ad Albenga il pre-halloween è stato grandioso con uno spettacolo per bambini davvero divertente (ohhhhhh!!!!) e una città tutta addobbata d'arancione, non pacchiano, no, elegante.


Poi il giorno dopo siamo abbiamo fatto un mare-parchetto. 
Il parchetto ci ha resi molto felici.


Un giro alla nave...


Un'attesa estenuante alla fila dell'altalena....
E poi lì vicino, proprio in quel momento, proprio mentre il Tre dondolava....


L'Uno si è schiantato a terra col polso.
Quelle sono occhiaie da notte agitata, quello è uno sguardo post anestesia totale dovuta alla frattura scomposta che ora pare ricomposta.
Non vi metto la foto mie e del K. Per risparmiarvi. E non vi racconto nemmeno la trottolite acuta che ha preso il Due e il Tre.
Vi dico solo che sono orgogliosa di Gnomo Uno per come si è comportato, per la lucidità con la quale ha affrontato il nostro 31 ottobre all'ospedale, per la tenerezza che mi ha fatto quando risvegliandosi mi ha detto: "Mamma!! Ti vedo con quattro occhi...". 
E sono orgogliosa del K., che nei momenti topici c'è di brutto, è bravo, rassicura tutti, partecipa, entra e sta vicino a Uno dall'inizio alla fine per poi ritrovarsi, ora, sdraiato sul divano con un mal di schiena da paura.
E poi grazie signori medici e infermieri dell'ospedale di Pietra Ligure. Continuo a pensare che sia molto bello che qui in Italia si possa entrare in luoghi come questi e sentirsi di essere in ottime mani.
E io?
Mah, mi sembra di reggere. Due gocce di Rescue Remedy e via.



giovedì 27 ottobre 2011

AZZURRO vs GRIGIO


Stima, un'amica dieci giorni fa mi ha visto un po' malconcia, con le spalle curve e la faccia triste. E' rimasta lì, un po' sbigottita e poi mi ha detto che in questi casi a lei piace camminare. E io le ho detto, allora passami a prendere e lei mi ha detto certo! Passo io tra due giorni.
Ci sono persone così... io stordisco tutti con le parole, mentre lei mi ha aiutato mettendo uno zainetto in spalla e indicandomi la baita.
Non ce la posso fare, le ho detto. Prenditi il tempo, mi ha risposto.
E così siamo giunte al Bollettone. Ma che bei nomi hanno le cime delle montagne?
C'era lassù un vento fortissimo. Davanti a noi si stendeva la pianura padana, là in fondo Milano, a sinistra Como. Mentre alle nostre spalle c'era quel ramo del lago di Como.

Io vivo sotto là... e mi sa anche molti di voi....


Là c'è la Svizzera... fortunelli...

La cosa più impressionante non era tanto questa sconvolgente diversità meteorologica, quanto piuttosto il fatto che da casa mia il cielo sembrasse sorprendentemente blu.
Ecco, mi dicevo, questo paesaggio mi fa da metafora. Io per mesi ho continuato il mio cammino, anche faticando, pensando che il cielo sopra di me fosse azzurro. Invece no. Il mio corpo mi ha fermato, mi ha costretto a salire su per il sentiero e mi ha rivolto la faccia a quel grigio melmoso. Dandomi però l'alternativa, ricordandomi che non sempre il nostro cielo è così.
Dunque grazie B., davvero. E buon compleanno.

mercoledì 26 ottobre 2011

I CORTI DELLA PIXAR

Care mamme F&C, a casa mia sono stati ribattezzati "I Corti della Pizza". Perché ogni famiglia ha le sue licenze poetiche. Il sabato ogni tanto li rivediamo questi brevi pezzi d'animazione.



Si parte dai primi, più sgangherati e meno precisi, con un'animazione approssimativa e si arriva a oggi, con dei piccoli capolavori. E' il mio omaggio a Jobs che m'immagino vulcanico e irrequieto. Nel suo periodo di fuoriuscita da Apple, fondò questa casa di animazione che, manco a dirlo, divenne leader del settore.

Il nostro preferito è questo. Oh quanto Stu (extraterrestre) c'è in me!!

martedì 25 ottobre 2011

SULLE CASE

Come ogni giorno, quando l'Uno torna da scuola, controllo i quaderni. Non lo faccio solo per vedere a che punto è, o come si comporta, lo faccio soprattutto perché sono curiosa di vedere come vede il mondo senza di noi.

Pochi giorni fa c'era un disegno. Questo:


Questa è la nostra nuova casa, quella dove ci dovremmo trasferire. Le croci alle finestre sono lo scotch che mettono i serramentisti, che non abbiamo ancora tolto.
Che bello. Il problema del cambiamento è solo mio, mi sono detta. Per lui quella è già la sua casa. 
Manca solo il fumo dai comignoli. Presto accenderemo un bel fuoco nel camino....

lunedì 24 ottobre 2011

POST DEL VENERDÌ AL LUNEDI'

Naturalmente gli eventi hanno giocato tutto a sfavore. Febbri lampo, riunioni dell'ultimo istante, case continuamente incasinate. E così non vi ho parlato dei libri che Denti ci ha suggerito. Ma ora mi metto. Eccheccavolo!!

Intanto il Roberto ha tessuto un lungo elogio della Bianca Pitzorno ed in particolare tutta la serie di Lavinia. Io la Pitzorno l'avevo estromessa dai miei autori dopo che una noiosissima prof delle medie ci aveva costretto a leggere La bambina col falcone che a me proprio non era piaciuto e soprattutto dovevamo fare un sacco di riassunti.



Poi è passato a Pinin Carpi. Dicendo che Cion Cion Blu è un capolavoro. Azz. Non lo conosco per niente! Ma con quel titolo deve per forza essere un capolavoro.


Poi ci ha letto un brano di un libro appena uscito. E l'ho comprato immediatamente. E' meraviglioso e divertentissimo. Un mix di Dahl e di Rodari:


Sono racconti, per bambini dai sette-otto anni.
Vi trascrivo questo.

TESTO LIBERO
Domenica sono andato da mio zio e da mia zia. Abbiamo mangiato pollo con patatine. Dopo siamo andati allo zoo e abbiamo visto la tigre nella sua gabbia. Che bella giornata!
Lunedì sono andato dalla tigre. Abbiamo mangiato mio zio e mia zia con patatine. Dopo siamo andati allo zoo e abbiamo visto il pollo nella sua gabbia. Che bella giornata!
Martedì sono andato dal pollo con le patatine. Abbiamo mangiato la tigre. Dopo siamo andati allo zoo e abbiamo visto mio zio e mia zia nella loro gabbia. Che bella giornata!
Ecc.

Le lacrime ci sono scese a me e Gnomo Uno. Le lacrime delle risate fragorose!





giovedì 20 ottobre 2011

ROBERTO DENTI ovvero SE MAOMETTO NON VA ALLA MONTAGNA

Chi è Denti?
Roberto Denti è uno scrittore. Roberto Denti ha 87 anni e da quarant'anni dirige la Libreria dei Ragazzi di Milano.
Sono anni che sbircio sul suo sito e mi dico vado. Ma poi non vado.
Così ieri lui è venuto da me, in una libreria qui da noi e mi sono detta o ora o mai più.

Com'è Denti?
Un appassionato. Un uomo di passione viscerale per i libri e per i bambini. Un milanese che ama Milano, come solo quelli che vengono da fuori la amano, vero Stima....

Cosa ha detto?
Mille cose, doveva parlare 40 minuti, ma dopo due ora eravamo ancora lì, appese alle sue labbra.
Ha esordito dicendo che i bambini devono leggere perché devono imparare parole sempre nuove, perché occorre imparare le parole per imparare a pensare. Ha detto che i bambini non hanno le croste addosso, come noi, per questo sono magici.
Ha detto che anche le parole sono come delle formule magiche: se dici a un bambino che la sedia è stanca di fare la sedia, lui ti guarda stranito. Ma se dici a un bambino: "C'era una volta una sedia che era stanca di fare la sedia..." allora il suo sguardo diventa incuriosito, perché la storia diventa vera.
Ha detto che il suo amico Gianni Rodari era solito dire che il verbo leggere non contempla l'imperativo.
Che anche quando vanno alle medie bisogna leggere ai propri figli, perché per loro l'atto di leggere e il piacere della lettura non sono legati in modo così scontato.
Ha detto che occorre fin da piccoli abituarli alle nobili illustrazioni, proporne sempre di diverse, citando un'incantevole Cenerentola di Innocenti:


Ha sparato a zero sui classici, dicendo che i bambini hanno tempi diversi da quelli di un classico e che occorre quindi cercare tra le nuove uscite i nuovi classici. Ha detto che è inutile far studiare i Promessi Sposi al biennio delle superiori, perché i ragazzi non lo capiscono e non lo amano (oh, quanto è vero....) e poi ha chiosato: "e poi basta richiedere sempre il riassunto!!".
Ha detto che l'Italia è l'unico paese in cui gli insegnanti pagano coi loro fondi la formazione, ed è l'unico paese in Europa in cui la Biblioteca Scolastica non è riconosciuta in modo istituzionale. Un famoso psicanalista infantile francese, ha detto, gli ha chiesto come facciamo noi italiani senza Biblioteche a scuola e lui ha risposto: "sopravviviamo". Poi il francese sarcastico gli ha chiesto: "I cessi li avete a scuola?".
Lui dice di aver risposto di sì, ma di aver omesso che la carta igienica la portano i bambini.
Questo è Roberto Denti.



Domani vi racconto dei libri che ci ha suggerito!

mercoledì 19 ottobre 2011

RITROVARE LA ROTTA

Per ritrovare le rotte occorre affidarsi alle bussole. Uno cerca, con orgoglio, di leggere le stelle, pretende di sapersela cavare da solo sempre e comunque, ma è un'illusione.
Occorre una freccia, un punto oltre l'orizzonte per poter ricominciare a guardare in alto.


E, amiche F&C, aiuta anche un film da ridere, come li chiamano i bambini. Magari in compagnia di un K., con un divano stracomodo, una coperta di lana rossa e un bicchiere di latte caldo in mano.
A me ha fatto proprio ridere.

LA BANDA DEI BABBI NATALE


(Mi ha anche quasi riconciliato con i primi alberi di Natale visti al super....)


lunedì 17 ottobre 2011

INTERNO BRIANZOL-MESSICANO

Stima, dopo tanto tempo, abbiamo avuto ospiti a casa. Un'amica che viene da lontano, "dopo l'Africa", come dice Gnomo Due. Avevo parlato del nostro viaggio di allora qui. Poi passano gli anni e cambiano le condizioni, ma ti rendi lo stesso conto di quanto quei legami hanno contato.
Vedere i suoi tratti indios, le sue camicie ricamate, i suoi lunghi capelli neri, sentir parlare di madreterra, di mais, di origami e di nuovi fermenti politici...
Mi toglie un po' da questa patria stanca e mi fa di nuovo sognare un po'.
Hasta luego.



giovedì 13 ottobre 2011

MANDALA ovvero RIPARTIRE DAL CENTRO

Oh, Stima. Che settimana. Difficile, ostica, rognosa, faticosa, tremenda.
Ho avuto l'impressione di toccare il fondo e di soffocare. Di non vedere vie d'uscita e, a tratti, di non aver voglia di viaggiare verso l'uscita.
Ho chiuso i ponti, anzi no. Mi si sono rotti i ponti, così... all'improvviso e ho avuto paura.
Mi sono disperata come un pesce fuor d'acqua che annaspa per tornare verso il mare e nel mio sbattermi e scodare ho incrociato preziosi aiuti.

Mandala quattro mani: Gnomo Uno e MiV
Grazie a F., il mio fedele shiatsuga. Ha rimesso a posto i miei Yin e Yang spanati. Ha dato calore dove c'era freddo. Ha rilassato dove era contratto.
Grazie alla mia incasinata famiglia allargata. Ho imparato che c'è un momento in cui è doveroso chiedere aiuto, in cui abbassare le spalle e arrendersi. Ho imparato che l'orgoglio irrigidisce e blocca, mentre io ho bisogno di andare avanti. Ho imparato che è bello tornare figli, a volte.

Mandala MiV
Grazie a René, mio faro semestrale, che snoda dove riesce i fili delle mie paure. Grazie alla sua cura, mi aiuta a tenere il centro. Quando vado da lei guardo le sue innumerevoli orchidee, guardo i suoi occhi grandi e mi sciolgo. E così, la medicina diventa un'altra cosa, davvero un percorso di guarigione.
Grazie a tutte le persone del mondo reale, come le chiami tu, Stima, che vedendomi saltuariamente mi gridavano: "Ehi, non stai aggiornando il blog! Tutto bene?". Questo camminare avanti e indietro tra il mondo reale e quello virtuale mi serve. E' solo che a volte la realtà prende il sopravvento e mi blocca.

Il mio mandala a mano libera.

Grazie Melablu. Davvero.
Grazie ai mandala. Ad un certo punto, come un leone in gabbia, ho avuto bisogno di fare qualcosa. Di usare le mie mani per fare in modo da liberare la mia mente. Nel trambusto del mezzo trasloco, mi era rinvenuto in mano un vecchio libro di mandala, che coloravo al liceo.
Il mandala è un cerchio decorato con motivi per lo più geometrici. I monaci buddhisti lo usano come strumento di meditazione. 
Sono andata al super, in quelle librerie da super e l'ho trovato: Mandala Kids. Va bene, mi sono detta. Il mio era sepolto in non so quale cartone. A casa ho preso i Turbo Giotto e ho cominciato a colorare. Partendo dal centro, per poi allargare. Scegliere il colore, stare nei bordi. Alternare. E assaporare la simmetria di un mondo perfetto. Il respiro si è fatto profondo e ho capito che dovevo disegnarne uno più grande.
I monaci usano la sabbia colorata. Io ho preso la carta da pacco e ho cominciato a disegnare cercando, sforzandomi, di fare cerchi a mano libera più vicini possibile alla perfezione.
Il risultato è stato questo:


Questi giorni lo coloro. Ho comprato il pennello e le tempere sono pronte.
Parto di nuovo da lì, dal centro e per una volta lì metto me stessa.

lunedì 3 ottobre 2011

LIBERI DAI LIBRI

Loro sono i primi abitanti della nostra nuova casa, Stima.
Sono partiti. Li abbiamo curati. Li abbiamo delicatamente inscatolati.
Con dolcezza li abbiamo fatti riposare, anche a scapito della nostra personale sicurezza (soprattutto
quella del Tre, che cercava imperterrito di scalarle).


Infine, un caldo pomeriggio di ottobre sono partiti, hanno preso il volo. E non è una metafora, davvero sono volati con la gru sul camion e da lì, grazie a due aiutanti forzuti, hanno trovato rifugio nella nostra futura casa.
Oh. Che bello.
Che bello poter avere adesso a disposizione una stanza vuota! L'eco delle nostre voci e il parquet macchiato dal sole...
Quasi quasi, con la scusa della casa nuova, porto di là tutto e poi noi rimaniamo qua. Per un po', per goderci davvero l'assenza di oggetti. Non l'avrei mai detto di poterlo pensare, cara Elle, ma è veramente bello.

venerdì 30 settembre 2011

UN GIORNO QUESTO DOLORE TI SARA' UTILE

Cara Homemademamma, quest'estate sono incappata in un libro che aveva un titolo molto bello. E l'ho divorato.

UN GIORNO QUESTO DOLORE
TI SARA' UTILE
di P. Cameron



L'ho letto quasi tutti sdraiata su un'amaca, coi bambini seduti sull'erba a giocare col lego.
E' un libro meraviglioso sull'adolescenza, su quel casino totale, su quell'inferno interiore. E mi dicevo che chissà, un giorno, quando smetteranno di giocare col lego... godendomi il fatto che ancora mi stanno in braccio.
Poi, pochi giorni fa, Gnomo Uno si è accasciato sul divano piangente e poi si è nascosto nella mia spalla. Disperato perché un suo amico da un giorno con l'altro se n'è andato, ha cambiato scuola, ha cambiato sport, è uscito definitivamente e improvvisamente dalla sua vita. 
Ho sempre pensato che abbandonare è meglio che trattenere, non ho mai tenuto dentro le lacrime che mi venivano fuori davanti ai bambini. Ma questa volta no, le ho ingoiate tutte mentre lui piangeva, me le sono tenute strette, perché dovevo dimostrare a Uno che è un dolore lancinante ma che si può superare, dovevo essere la parte forte, la spalla confortante e non farmi trascinare dal suo dolore.
E ho ripensato a questo libro, a questo 18enne solo che combatte e che soffre.
E anch'io ho pensato, amareggiata e sconfortata, tenendolo stretto, che un giorno questo dolore gli sarà utile.

giovedì 29 settembre 2011

YIN e YANG BRIANZOLO

La Stima ride sempre quando le dico che devo andare all'Ikea a prendere i mobili.
Io, figlia di un "mobiliere"! Io, che scrivo dalla patria internazionale dell'arredo.
Eppure è così.
E già questo per la rubrica del giorno potrebbe bastare, no?
E invece non contenti trasmigriamo una serena domenica mattina per un paesino vicino dove fanno un laboratorio per bambini di falegnameria, tenuto da un signore valdostano, il signor Gino.


Quegli strumenti li conosco benissimo. Sono le mie madeleine, li guardo e me li sento in mano, so quanto pesano, conosco il profumo che lasciano in mano. Ma in un laboratorio, oggi, ce ne sono pochi. Grandi macchine, quelle sì, e poi sempre l'abilità di saper creare un perfetto equilibrio tra la serialità e l'estro personale.


I bambini erano felicissimi. Hanno riempito le due ore con un sacco di attività. Il trapano a colonna, martello, chiodi, sega, tutto a portata di quattrenne.
Brividi? No. Gli strumenti legati in modo strategico mettevano tutti in sicurezza. Ma soprattutto la naturale abilità dei bambini nel maneggiare strumenti così "da grandi".


E' inutile. Siamo stati pensati per creare e modificare, per costruire e per distruggere.


mercoledì 28 settembre 2011

BUIO IN SALA ovvero MAGNOLIA

Ritorniamo al cinema, care Nate.

MAGNOLIA
di P.T. Anderson (1999)


Il capolavoro di Anderson. Un film corale, con attori straordinari, che riprende America Oggi (1993) di R. Altman. La decadenza dell'impero. Il raschiare con le unghie nella propria vita fino ad accorgersi che è nell'incontro in un bar che tutto si risolve. Un film sui rimpianti e sul dolore. Un film che guarda in faccia la morte e ci discute.
Girato magistralmente, andate sul tubo e pescate a caso.
E' un film che si intona con il mio umore, col mio sguardo sul mondo. Disincantato.
Lo penso spesso quando guardo il cielo, e mi aspetto che piovano rane.






lunedì 26 settembre 2011

SULLO STARE, SULL'ESSERCI, SUL PENSARCI.


Stima, che strano questo settembre. Il freddo della mattina si perde nel caldo ancora colloso del primo pomeriggio. Le ginocchia degli Gnomi sono sempre terrose e nere e sui loro polpacci si disegna una cartina gibbosa di lividi e ponfetti di zanzara tigre e graffi. 
E' un settembre agostino, dicono, perché la luna è in ritardo di un mese.



I nostri pomeriggi passano veloci, rincorrendo gli amici e ascoltando le storie. 
La casetta svetta felice, aperta su tre lati, sfacciatamente ostentata.
La casa nuova ci attende, ancora si sta schiudendo e ho deciso che è inutile forzare la sua crescita. Piano piano si farà e noi andremo lì ad abitare. 
Mi siedo sull'erba rasata, che sa di timo.


I maestri insegnano sempre. Anche quando non sono più così vicini a noi. Anche questa cosa ho imparato questa settimana, ascoltando il racconto di una di loro.



La festa è finita, ma in realtà ho in corpo la leggerezza e la spensieratezza di un inizio.
E' stato un settembre di mutamenti drastici.
Abbiamo all'improvviso osservato il sentiero, molti ci seguivano con naturalezza mentre altri ci hanno volontariamente abbandonati e ne siamo rimasti storditi.

E io ho capito molte cose questo settembre.



La prima, o forse l'unica, è che solo le relazioni restano e incidono e smottano e aprono e aiutano.

Il resto, tutto il resto, è solo acqua che scorre....




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